(Parte seconda. La prima è qui)
Come ricordato nella prima parte di questo “primer” sull’opera di uno dei più importanti e dotati (ancorché misconosciuti) sceneggiatori della storia del fumetto britannico, è nel 1993 che la carriera di John Smith sembra avere un punto di svolta. Sfortunatamente, si tratta di un punto di svolta in negativo, poiché la carriera di Smith, fino a quel momento in ascesa, si blocca improvvisamente quando invece sembrava destinata al lustro di acclamati colleghi come Gaiman e Morrison, in quel momento vere superstar. Con i colleghi britannici, Smith condivide un approccio alla scrittura d’ispirazione punk. Lo stile di Smith, come Morrison o Milligan, è moderno e ribelle nei confronti della classica impostazione fumettistica del periodo, colto eppure pop, pretenzioso eppure decadente, focalizzato sullo zeitgeist eppure psichedelico, fortemente informato, quantomeno in spirito, ai dettami di Alan Moore eppure in via di liberazione da un’ispirazione tanto importante quanto limitante. E invece, come detto, lo stop brutale, dovuto a Scarab.
Leggi il resto “Il fascino discreto dell’horror pop – Introduzione alla lettura di John Smith (parte 2)”