Nel giugno di quest’anno è uscito per la Comicon Edizioni il libro L’incredibile Marvel. 75 anni di meraviglie a fumetti, un malloppone di 240 pagine che ospita contributi prestigiosi, al quale ho partecipato scrivendo un capitolo dedicato, prevedibilmente, alla scienza e agli scienziati dell’Universo Marvel.
Qui sotto, un estratto del capitolo, che potete trovare nella sua interezza su Fumettologica. Per maggiori informazioni sul volume (molto valido), rimando invece qui.
La storia della Marvel è anche, e soprattutto, una storia di scienza nei fumetti. A partire dalla cosiddetta “Marvel Age of Comics” – che per comodità faremo risalire allo storico Fantastic Four 1 del 1961 –, infatti, il ruolo della scienza fu integrato all’interno di un universo fumettistico come mai era accaduto in precedenza nella storia dei comics americani.
Fino ad allora, nelle storie della concorrente DC, l’elemento scientifico era servito quasi sempre come “guastatore” esterno. Per semplificare, negli albi dell’epoca, all’inizio di una storia, Superman o Flash potevano essere tramutati, per esempio, in gorilla tramite un raggio mutageno figlio di una tecnologia “malvagia”. Alla fine, per mezzo di un escamotage (normalmente poco credibile), i nostri eroi erano in grado di rovesciarne gli effetti, tornando normali giusto in tempo per sconfiggere il responsabile della curiosa trasformazione.nnA partire da Fantastic Four 1, le cose cambiarono radicalmente. La nuova filosofia Marvel del mad scientist mutò una volta per sempre non solo le dinamiche dell’interazione fra buoni e cattivi, ma anche i presupposti stessi della scienza nei fumetti di supereroi. (per la versione completa, vai su Fumettologica)